L’AVS, conquista epocale, va stabilizzata: sì al 65/65

In occasione della Conferenza delle e dei presidenti tenutasi il 22 giugno 2022, Pro Senectute ha detto «sì» all’AVS 21. L’obiettivo di questa riforma è stabilizzare finanziariamente l’AVS per i prossimi anni tenendo conto dell’evoluzione demografica. Con questo intervento, l’AVS potrà dimostrare in modo credibile la serietà della sua promessa generazionale.

29 giugno 2022

Il sistema della previdenza per la vecchiaia e il lavoro di Pro Senectute sono strettamente collegati. Pro Senectute è stata fondata il 23 ottobre 1917 a Winterthur, nel bel mezzo dell’emergenza sociale provocata dalla Prima guerra mondiale. Da allora, la Fondazione si è impegnata a contrastare la povertà nell’anzianità fornendo aiuto concreto alle persone anziane bisognose e prodigandosi per la creazione di una previdenza per la vecchiaia regolamentata a livello legislativo. È anche grazie agli instancabili sforzi di Pro Senectute se le persone anziane percepiscono dal 1948 una rendita dall’assicurazione statale per la vecchiaia e per i superstiti (AVS).

Più di una riforma: una promessa generazionale

A distanza di 74 anni, l’evoluzione demografica pone l’AVS di fronte a grandi sfide. Il 25 settembre 2022 verrà quindi sottoposto a votazione il progetto di riforma AVS 21. Uno degli obiettivi è quello di tutelare e portare avanti il patto generazionale, una conquista di portata epocale. In tale ottica, in occasione della conferenza tenutasi il 22 giugno 2022, le e i presidenti delle 24 organizzazioni cantonali e intercantonali di Pro Senectute hanno deciso di sostenere il progetto AVS 21. I motivi che hanno portato al «sì» sono i seguenti:

  • L’evoluzione demografica rende necessaria una stabilizzazione finanziaria dell’AVS. Con l’allineamento dell’età di pensionamento e l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto assicuriamo il finanziamento dell’AVS fino al 2030.
  • L’AVS deve dimostrare in modo credibile la serietà della sua promessa generazionale, vale a dire adempiere il suo mandato costituzionale di garantire la sussistenza nel lungo periodo a tutte le persone in Svizzera.
  • Le indispensabili misure di compensazione, di cui beneficiano in tutto nove classi di età, garantiscono che le donne della generazione di transizione, interessate più da vicino dal provvedimento, non vengano penalizzate finanziariamente dall’allineamento dell’età di pensionamento.
  • L’elevato divario tra le rendite degli uomini e delle donne è da ricondurre alla previdenza professionale, ossia al secondo pilastro. Quest’ultimo deve eliminare la penalizzazione strutturale delle donne, tenendo conto in futuro dei salari più bassi e del lavoro a tempo parziale. Occorrono anche ulteriori sforzi per eliminare le disparità salariali.
  • La riforma AVS 21 è solo un primo passo. In futuro, l’AVS dovrà tenere in maggiore considerazione i cambiamenti sociali. Sarà necessario intervenire ulteriormente su aspetti quali la durata del lavoro calcolata sull’arco della vita, la flessibilizzazione per quanto riguarda la riscossione anticipata e il rinvio della rendita, il proseguimento dell’attività lavorativa oltre l’età pensionabile e le soluzioni di pensionamento anticipato nei vari settori.

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